“La centrale nucleare di Borgo Sabotino continuerà ad essere il deposito di se stesso”. Il Circolo Arcobaleno pontino di Legambiente è convinto che il Deposito Nazionale unico di rifiuti radioattivi – per il quale è stato da poco pubblicata la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitarlo – contribuirà ad un avanzamento del processo di decommissioning, ma “non sarà risolutivo ai fini del rilascio a ‘green field’ del sito”. “Come è noto il nostro territorio – hanno chiarito da Legambiente – non è annoverato tra i 67 siti ritenuti potenzialmente idonei e su cui la Sogin ha avviato la discussione pubblica che condurrà, a seguito del seminario nazionale, alla pubblicazione della carta delle aree idonee e alla definitiva individuazione del sito.
In base al progetto di decommissioning della centrale nucleare di Borgo Sabotino, l’avvio della fase di dismissione del reattore potrà avvenire solo quando sarà disponibile tale Deposito. Il Deposito, tuttavia, non ospiterà, almeno inizialmente, i rifiuti radioattivi ad alta intensità che costituiscono per la gran parte dei materiali presenti nel reattore (principalmente le barre di controllo in grafite). Il Deposito Nazionale, infatti, ospiterà rifiuti classificati come a medio-bassa, bassa e bassissima radioattività provenienti in parte dalla attività del settore medico e industriale ed in parte dalle ex centrali nucleari. In questo ultimo caso, per quanto riguarda la ex Centrale di Latina, i materiali che verranno dislocati presso il Deposito Nazionale saranno quelli che al momento vengono ospitati nel deposito temporaneo realizzati da Sogin presso la centrale stessa e che, una volta condotti presso il deposito, faranno spazio ai materiali di più alta intensità radiologica provenienti dal progressivo smantellamento del reattore”. Il circolo pontino di Legambiente ritiene quindi che sia necessario l’Italia definisca quanto prima un accordo a livello europeo per l’individuazione di un sito “geologico” per lo stoccaggio del materiale ad alta intensità radiologica, tra cui è da ricomprendere il combustibile radioattivo riprocessato presso l’impianto di Sellafield (GB), che sulla base degli accordi di rientro con il nostro Paese ammonta a poco più di 18 metri cubi di materiale. “Fino a che non sarà disponibile questo sito di stoccaggio europeo per le scorie di III categoria, il sito della Centrale di Borgo Sabotino continuerà a tutti gli effetti ad essere il deposito di sé stesso. Il che ovviamente, è un paradosso alla luce del fatto che il territorio è stato escluso dalla mappa del Cnapi proprio perché non presente le caratteristiche idonee ad ospitare un deposito nucleare, ancorché di materiale a bassa intensità radiologica, indicate già a suo tempo dalla Guida Tecnica 29 dell’Ispra”. Latinaquotidiano.it - 19.01.2021