Il Borgo di una volta

Il materiale prodotto nell'impianto di borgo Sabotino quando era ancora in funzione è stato cementato e stoccato nel deposito temporaneo

Ulteriore passo avanti nell’iter di totale smantellamento della centrale nucleare di borgo Sabotino. Sogin ha illustrato questa mattina alla presenza del sindaco Damiano Coletta le operazioni di estrazione e condizionamento dei fanghi radioattivi del sito Ad illustrare l’attività la responsabile del programma Romina Quintiliani e l’operatio manager delle centrali di Latina e del Garigliano Agostino Rivieccio. L’attività, hanno spiegato i tecnici, è stata svolta attraverso l’impianto Leco -Latina Estrazione Condizionamento - appositamente progettato e realizzato da Sogin per estrarre e condizionare in matrice cementizia circa 15 metri cubi di fanghi radioattivi che erano stoccati in un serbatoio interrato in acciaio inox.

Questi fanghi erano stati prodotti dai sistemi di trattamento degli effluenti liquidi radioattivi quando la centrale pontina era in esercizio. Le operazioni di estrazione, trasferimento e condizionamento in matrice cementizia dei fanghi radioattivi, iniziate il 24 novembre scorso e concluse nei tempi programmati, sono state svolte dai tecnici di Sogin in maniera remotizzata attraverso una sala controllo dedicata. I circa 70 manufatti prodotti dall’attività di estrazione e condizionamento di questi fanghi sono stati trasferiti nel deposito temporaneo della centrale, in vista del loro successivo trasferimento al Deposito nazionale quando sarà disponibile. Al termine delle operazioni, l’edificio di estrazione dell’impianto Leco e il serbatoio interrato saranno bonificati e demoliti. L’impianto di condizionamento sarà invece utilizzato per condizionare i rifiuti radioattivi che saranno prodotti nella fase due di disattivazione della centrale, che sarà avviata con la disponibilità del Deposito Nazionale, per poi essere anch’esso demolito. “Questa soluzione ingegneristica – hanno sottolineato i responsabili dell’attività - ha garantito la massima sicurezza nello svolgimento dei lavori e di ridurre al minimo la quantità di rifiuti radioattivi prodotti nel rispetto della strategia di economia circolare di Sogin, senza produrre alcun impatto sull’ambiente”. Complessivamente, lo smantellamento della centrale di Latina produrrà circa 32 mila tonnellate di materiali. Di queste, 297mila (il 93%), per la maggior parte composte da metalli e calcestruzzo, saranno inviate a recupero. LatinaToday - 18.05.2022