Ieri l’appuntamento promosso dalla spa per illustrare il processo di decommisioning del sito
Cosa succede all'interno della centrale nucleare di Latina? E in che stato è il processo di decommissioning del sito di Borgo Sabotino? Sono domande a cui può risultare difficile dare una risposta, soprattutto per quella lontananza fisica tra la struttura e il cuore pulsante della città di Latina. Eppure si tratta di una distanza soltanto geografica, perché all'isolamento fisico della struttura, corrisponde la forte volontà della Sogin - società che gestisce il decommissioning - di avvicinarsi sempre di più alla cittadinanza, per far sapere a tutti cosa accade ogni giorno all'interno del perimetro recintato.
Ed è proprio per questo che la spa, ieri mattina, ha aperto le porte della centrale per il suo terzo Open Gate, l'appuntamento annuale in cui la società invita i cittadini ad entrare nel sito, dove vengono accompagnati in una visita guidata e permettendo agli interessati di vedere con i propri occhi cosa accade nella struttura. Ciò che appare immediato, è che il sito si sta spogliando delle sue strutture originali. E per farlo, la Sogin deve paradossalmente realizzare altri edifici, che serviranno al contenimento e allo smontaggio delle parti della centrale. Il tutto è stato illustrato direttamente dall'amministratore delegato di Sogin, Luca Desiata, che insieme al capo sito Agostino Rivieccio ha accompagnato i visitatori nel tour all'esterno e all'interno della centrale. Ma quest'anno c'è una novità. Come spiegato dall'ad, pochi giorni fa l'Autorità di Sicurezza Nucleare ha dato l'ok definitivo allo smantellamento dell'edificio che contiene il reattore. Adesso, giusto il tempo di permettere le verifiche antimafia necessarie per questo tipo di percorsi, e si procederà all'apertura del cantiere che già ad inizio maggio avvierà lo smaltimento di grandi parti della struttura. Di fatto, dell'edificio che contiene il reattore, verrà salvato soltanto il piano terra, mentre i cinque piani (e tutto ciò che contengono, compresi i grandi boiler rossi ben visibili dall'esterno) verranno gradualmente rimossi. Il tutto dovrà avvenire in diverse fasi, tra cui quella che prevede la bonifica dei materiali rimossi, che diventeranno parte del progetto di circular economy della società: oltre il 90% dei materiali - fatta eccezione di quelli nucleari, ovviamente - verranno riciclati. Il completamento di tale processo - che rappresenta la fase intermedia dell'intero smantellamento - è previsto per il 2027. Resterà solo il piano terra, si diceva. Questo perché, al momento, non esiste alcuna tecnologia in grado di rimuovere in sicurezza il reattore a gas-grafite che è stato il cuore della centrale nucleare. «La centrale di Latina è tra le più virtuose in merito al procedimento di decommisioning in corso - ha dichiarato Desiata - ed è oggetto di un importante investimento di energie e risorse». Nel mentre, l'ad informa che la Sogin sta attendendo il nulla osta dei ministeri per il riconoscimento delle aree idonee ad ospitare un sito stoccaggio, visto che il Mise e la Isin (Ispettorato nazionale per la sicurezza sul nucleare) stanno vagliando nuovamente la questione per garantire maggiormente la tutela dei territori. Poi resta la questione della sicurezza ambientale: nel perimetro della centrale nucleare c'è dell'amianto, anche sotterrato, che è lì da quando la struttura era solo un cantiere. Sono comunque in corso le operazioni di recupero ed identificazione, così come c'è un monitoraggio costante della falda acquifera in cui è stata riscontrata la presenza di cloruro di vinile, causa per cui il Comune, nel 2015, aveva emesso un'ordinanza di non potabilità dell'acqua in tutto il territorio di Borgo Sabotino. Latinaoggi.eu - 14/04/2019